mercoledì 16 novembre 2011

[Recensione] Halo: Combat Evolved Anniversary - 10 anni dopo

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Data di uscita: 15 novembre 2011
Halo: Combat Evolved Anniversary è un Action, Sparatutto
Sviluppato da 343 Industries
Pubblicato da Microsoft Game Studios
Distribuito da Microsoft
Disponibile: Solo per xBox


info

La prima discesa sull'anello, o aureola che dir si voglia, è rimasta impressa nella memoria di milioni di videogiocatori. Primo motivo d'esistenza della console Microsoft, e miraggio per anni dei giocatori Apple, Halo: Combat Evolved ha svezzato l'FPS competitivo su console e ci ha regalato una delle campagne più epiche del mondo videoludico. Non è un caso che molti giocatori abbiano avvertito il desiderio di rigiocarlo, in versione moderna, mentre rivivevano le prime fasi della guerra in Halo: Reach. D'altronde i due titoli sono direttamente collegati e il desiderio di riscattare la prima sconfitta riprendendo in mano l'ultimo Spartan rimasto deve essersi conficcato nel cervello dei ragazzi di 343 Industries. E così, con la collaborazione di Saber Interactive e Certain Affinity, i nuovi responsabili della saga hanno riportato in vita il capostipite della serie sviluppando un nuovo motore grafico da applicare direttamente su quello vecchio. Diverso il discorso per il multiplayer la cui struttura è quella di Halo: Reach e che trattiamo per primo.

Multiplayer a due facce

Halo: Combat Evolved Anniversary include 7 mappe multigiocatore che sono compatibili con il multiplayer di Reach e possono essere caricate direttamente su hard disk, o acquistate a parte sul Live da chi non ha intenzione di comprare quest'edizione anniversario, per essere accorpate direttamente all'esperienza multiplayer dell'ultimo Halo. Curate da 343 Industries, che ha già dimostrato la propria abilità con le mappe, le 6 arene competitive provengono dai primi due capitoli della serie e possono essere giocate in classic mode, ovvero nella vecchia forma e con i classici power up, o con il multiplayer di Reach che include perk e nuove modalità e comporta anche diverse modifiche alla struttura delle mappe. Alcuni elementi inoltre possono essere modificati con il forge che consente di alterare diversi oggetti della mappa tra cui i teleport. Battle Canyon è la terza apparizione di Battle Creek con qualche lieve differenza rispetto alla celebre mappa già comparsa nel primo e secondo Halo. Con due basi disposte simmetricamente, e diversi passaggi secondari, questa mappa, pur piccola, consente aggiramenti rapidi e sembra piuttosto divertente in capture the flag. Damnation è invece il remake di Penance. Già mostrata a più riprese dal team è una mappa disposta su tre livelli che in team slayer premia chi riesce a conquista le posizioni più elevate. Ovviamente nella modalità Reach i jetpack consentono alla squadra in svantaggio di assaltare in continuazione le posizioni superiori. Ridgeline è ambientata nella natura ed è ripresa da Timberland, una mappa per Halo PC che in questa nuova forma, oltre a essere circondata dalle rovine dai creatori degli "anelli", sfoggia alberi più imponenti ed è più corta. Questo facilita lo spostamento rapido da una parte all'altra della mappa rendendola particolarmente adatta per i capture the flag fulminei. Non a caso gli unici veicoli disponibili sono Warthog e Ghost. High Noon si rifà ad Hang'Em High ed è una mappa ambientata in una struttura semi chiusa. Ma l'assenza di veicoli e gli spazi estremamente ampi la rendono adatta anche per 16 giocatori. La posizione rialzata dominante consente di controllare l'ampio livello inferiore ma la sostituzione del cemento in vetro, rispetto alla presente nel primo Halo, consente ai giocatori d'abbasso di tenere d'occhio i nemici appostati. Breakneck è una mappa urbana, ma dagli spazi ampi, che riprende Headlong, la celebre arena di Halo 2 da 16 giocatori. A dominare in questo caso sono senza dubbio i mezzi con il Gauss Warthog che può essere letale con i suoi mordi e fuggi e la sua capacità di stendere il Banshee in men che non si dica. Ovviamente affrontare lo Scorpion è un'altra questione e una strada apparentemente aperta può diventare in men che non si dica una trappola mortale. Solitary è il remake di Prisoner ed una classica arena su più livelli dove la zona rialzata consente di controllare ampie porzioni di mappa e di rendere un inferno la vita dei giocatori disattenti. Ovviamente anche in questo caso la possibilità di salire rapidamente con i jetpack altera sensibilimente il gameplay anche se la risalita dei livelli è già stata resa più semplice, nella modalità Reach, rispetto a quanto non sia nella mappa originale giocabile in modalità classica. La settima mappa è l'unica novità assoluta di Halo: Combat Evolved Anniversary ed è di tipo Firefight. Installation 04 inoltre introduce una novità rappresentata da soldati e ODST alleati controllati dall'IA. Il grado di sfida sembra inferiore, almeno a difficoltà normale, ma le novità sono bene accette visto che rinfrescano la novità.

Balzo generazionale

Torniamo all'esperienza principale che, in quella che è ovviamente un'operazione nostalgica, è senza dubbio la campagna. Rivivere il debutto di Master Chief, meglio se con un amico, è una vera gioia grazie alla nuova veste grafica che rivoluziona completamente il comparto visivo del titolo. Ovviamente qua e là riemergono tracce evidenti del passato, soprattutto per quanto riguarda le macrostrutture e la vegetazione, che impendiscono al titolo di raggiungere la resa estetica dei capitoli next gen della serie. Ma la splendida illuminazione, l'acqua di ultima generazione e i modelli completamente rifatti regalano tutto un altro sapore ai momenti topici di Halo: Combat Evolved - Anniversary. Per verificare quanto sia ingente il salto è sufficiente premere select per passare alla modalità grafica classica. Ma nel farlo ci rendiamo conto anche di un'altra cosa, ovvero che animazioni e sfondi del vecchio Halo sono ancora in grado di stupire, nonostante si tratti evidentemente di un titolo uscito all'inizio della scorsa generazione hardware. Ovviamente queste considerazioni si sciolgono come neve al sole una volta applicate le nuove texture, i nuovi modelli e la nuova illuminazione che danno forma e visibilità a colline, valli, basi covenant e via dicendo. L'arrivo in volo della missione Silent Cartographer è da tuffo al cuore e davanti ai nostri occhi si dischiude tutto un nuovo mondo che mette un po' meno inquietudine, vista la maggiore luminosità, ma che regala tutto un altro look ai ripetitivi corridoi in cui si svolge la parte centrale del titolo e che inoltre rende più piacevole l'esplorazione attraverso gli ambienti resi meno anonimi e decisamente più vitali dal salto generazionale.

Gameplay datato o gameplay classico?

Forse, dal punto di vista del gameplay, sarebbe stato meglio rendere da subito disponibili i modificatori legati ai teschi in modo da dare ai giocatori la possibilità di rigiocare da subito la campagna in forma alterata. D'altronde la formula è quella vecchia e quindi manca di elementi come il dual wielding delle armi, la possibilità di assaltare i veicoli o il complesso combattimento corpo a corpo introdotto successivamente. Per fortuna alcuni elementi, come il fucile da cecchino, sono stati aggiornati di sana pianta con il visore in bella mostra anche quando lo zoom non è attivato. Ma il motore fisico più limitato (ma ancora sorprendente quando le esplosioni si susseguono e i corpi vengono sbalzati in ogni dove) e il fatto che alcuni mostri, come gli Hunter, non debbano essere per forza colpiti nei punti vulnerabili, ci costringono gioco forza a un'esperienza limitata sia rispetto a quella degli ultimi capitoli della serie, che hanno introdotto le manovre dei veicoli e melee articolato, sia nei confronti degli FPS di punta moderni. Eppure anche senza novità, senza sprint e senza perk, e con quella dannata serie di corridoi tutti uguali che caratterizzano un paio di missioni, l'esperienza di gioco resta dannatamente accattivante con un feedback delle armi unico, le strepitose battaglie in campo perto e l'IA di compagni e nemici che è ancora superiore a quella sfoggiata da parecchi titoli moderni. Un buon mitragliere sul nostro Warthog può essere infatti una risorsa estemamente preziosa per eliminare le frotte di nemici che continuano a scendere sull'anello. Inoltre, i nemici ci aggirano rapidamente, effettuano schivate spiazzanti e ci mettono sotto pressione anche a difficoltà normale. Non a caso alla difficoltà massima il cooperativo è caldamente consigliato per evitare situazioni frustranti e questa volta, per fortuna, è possibile giocare con un amico anche online, a pieno schermo. Da non sottovalutare poi l'aggiunta dei 10 terminali, uno per missione, che contengono sequenze inedite infarcite di informazioni circa la storia degli "Halo" e l'arrivo dei Covenant. La ricerca dei teschi mette poi in luce la vastità di alcune mappe che devono essere esplorate (ma è anche possibile aspettare la classica guida video su Youtube) in lungo e in largo per trovare gli spogli crani capaci di attivare i modificatori del gameplay (purtroppo non supportati da una modalità a punti). Una grandezza a cui oggi siamo senza dubbio abituati ma che 10 anni fa, con quella grafica, era una rarità. Il primo Halo infatti non solo è stato capace di raffinare l'esperienza FPS su console, calibrando con minuzia la mira semi assistita e i controlli, ma ci ha regalato ambienti estremamente ampi, attraversati da immense strutture e senza caricamenti di sorta, e soprattutto un'esperienza su veicolo mai provata prima nel genere. Non stupisce quindi, ma colpisce comunque, il fatto che aggiornando quasi solo la grafica il titolo risulti straordinariamente giocabile ancora oggi. Il feeling che si prova sparando è unico e rende subito chiaro come questo titolo abbia convinto e appassionato milioni di giocatori. Non è solo una questione di colpo d'occhio, fisica dei veicoli, fascino della divisa da Spartan e quant'altro. E' puro gameplay, risposta tattile, senzazione di controllo del personaggio. In sostanza la giocabilità di Halo è invecchiata piuttosto bene e supporta degnamente il nuovo motore grafico.

Il buco della ciambella

Anche se il salto generazionale è netto le splendide luci che illuminano le vetrate della Pillars of Autumn non possono distrarre troppo dal fatto che fuori non ci siano i cieli in fiamme attraversati dalle astronavi di Reach. Insomma, la trasformazione di Halo è incredibile ma la struttura di quest'ultimo, per quanto avanzata per l'epoca, pesa sulla resa globale se confrontata con i titoli della generazione attuale. Qua e là, soprattutto nelle cut-scene e al chiuso, emergono elementi che fanno storcere il naso e attutiscono lo stupore generale. Inoltre non mancano alcuni problemi tecnici come il pop up delle ombre, qualche glitch nelle texture e diversi scatti durante le scene di intermezzo. In ogni caso era forse impossibile chiedere di più agli sviluppatori senza costringerli a creare un titolo completamente nuovo e il lavoro fatto è davvero massiccio con scorci suggestivi, un salto nei dettagli che ha dell'incredibile e decine di luci che illuminano in modo dinamico alberi, rocce e modelli. Insomma, pur non riuscendo a raggiungere le vette di Reach il motore di Saber ci porta molto di più di una semplice ristrutturazione e anche se il gameplay, per fortuna, è invariato, la maggiorparte degli ambienti di gioco sono stati talmente arricchiti da essere irriconoscibili. Al contrario il multiplayer è proprio quello di Reach, grafica e modalità incluse, tanto che possiamo considerare questo comparto di Halo: Combat Evolved - Anniversary come un DLC incluso gratuitamente nel pacchetto. Non a caso le mappe vengono vendute anche separatamente, per gli utenti che hanno solo Reach, a 1200 Punti Microsoft. Il remaster della colonna sonora (è anche possibile ascoltarla in forma originale) è un'aggiunta ovviamente gradita. In questo modo si mantengono le atmosfere dell'epoca, garantite da una soundtrack dannatamente suggestiva, guadagnando in qualità. Il doppiaggio in italiano si conferma tra i migliori del bistrattato settore videoludico. Non mancano ovviamente le battute dei marine che si insultano vicendevolemente o sottolineano cosa ci succede intorno e, pur utilizzando anche formule improbabili come "alleato bastardo", regalano profondità alla situazione. Infine tornano ad allietare i nostri padiglioni auricolari anche le esclamazioni dei Covenant che con la loro voce stridula iniziano a creare il mito del Master Chief, il demone che può spazzare via un'intera forza d'invasione.

VOTO:

9.0



PRO :-)

Illuminazione, ombre, modelli e texture al passo con i tempi
Il gameplay è intatto ed ancora estremamente godibile
Terminali, teschi, cooperativa online e le feature Kinect (ininfluenti sul gameplay) non sono aggiunte trascendentali ma comunque piacevoli

CONTRO :-(

I limiti del vecchio engine si ripercuotono parzialmente sulla resa globale
Una modalità a punti per rendere rigiocabili i vecchi livelli non avrebbe guastato


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Con il multiplayer condiviso con Reach e tutti gli occhi puntati sulla campagna risulta naturale che tutti gli obiettivi siano legati al single player/cooperativo. La maggiorparte degli obiettivi è di tipo progressivo e ci chiede di completare il gioco alle varie difficoltà ma ci sono anche alcune sfide più impegnative che talvolta includono un elevato tasso di mortalità. In ogni caso il bottino completo, ovvero i mille punti, è piuttosto semplice da conquistare, soprattutto sfruttando l'aiuto di un compagno in cooperativa.

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Halo: Combat Evolved Anniversary - Trailer della storia

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enjoy


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